Risponde la dr.ssa Jenny Ruggeri docente specializzata in Pedagogia Speciale e Iscritta all’Albo Nazionale dei Sociologi.

Cause della disgrafia

La disgrafia rientra nei DSA, può essere associata agli altri disturbi specifici come no.

La disgrafia può dipendere dalla dislessia come anche da una scarsa coordinazione oculo-manuale; uno sviluppo incompleto della lateralizzazione e dal mancinismo.

Come riconoscerla?

La disgrafia è facilmente riconoscibile, soprattutto quando il bambino fa il passaggio al corsivo e la scrittura è:

  • eccessivamente lenta o eccessivamente veloce
  • orientata ed organizzata maldestramente nello spazio
  • “affaticata” (la mano e il braccio si stancano)
  • illeggibile
  • disordinata e imprecisa
  • irregolare in pressione, direzione e dimensione
  • a scatti, incerta e non fluida
  • non è conforme con l’età anagrafica

Nella maggior parte dei casi la disgrafia è accompagnata da un’impugnatura e una postura scorrette.

Come aiutare il bambino disgrafico a scuola?

Già dalla scuola dell’infanzia occorre porre moltissima attenzione allo sviluppo della motricità fine con appositi esercizi legati alla manualità (impastare, manipolare il pongo.., infilare pasta e perline in un filo; ) dando molto spazio al pregrafismo. Bisogna insegnare la postura corretta durante le attività grafiche e la giusta impugnatura della matita. Per insegnare come si tiene in mano una matita esistono diversi esercizi La scuola primaria deve porre moltissima attenzione alla postura e alla corretta prensione della matita/penna e correggere eventuali errori. Gli errori di impugnatura andrebbero corretti il prima possibile, non più tardi della prima elementare. Non bisogna assolutamente presentare il carattere ollografico corsivo da subito ma dare ampio spazio allo stampatello partendo dalle lettere che hanno tratti simili e semplici. Le righe migliori per un bambino disgrafico sono quelle che delimitano esattamente lo spazio, quindi le classiche righe per la 1a e la 3a elementare. Più difficile uso sono quelle di 5a, che personalmente consiglio solo quando il bambino è pronto, in quanto essendo tutte uguale non danno un riferimento preciso a livello di organizzazione spaziale. E’ essenziale che i quaderni abbiano i margini e che il destro venga evidenziato dal sinistro con un colore diverso, questo aiuta molto l’orientamento nella scrittura.

Per la matematica si può cominciare usando quadrettoni da 1 cm, per passare poi a quelli più piccoli.

Di fronte a una disgrafia grave è possibile utilizzare il pc, personalmente sono dell’idea che il pc debba essere usato come strumento dispensativo laddove è necessario avere un elaborato chiaro e leggibile (ad esempio in una prova d’esame) altrimenti sono del parere che al bambino debbano essere dati degli strumenti “comuni” in quanto lo scrivere fa parte del nostro quotidiano e non sempre si ha a disposizione un computer. Certe pratiche non devono essere perse o abbandonate, semplicemente vanno trovate delle soluzioni congeniali alla propria peculiarità, che comportano un minore dispendio di energia e una minore ansia.

Creare una situazione favorevole.

Il bambino disgrafico sa di non riuscire a scrivere bene, sa paragonarsi ai compagni e spesso l’insuccesso mina l’autostima, rendendo la scrittura una situazione di forte stress emotivo. La scrittura peggiora quando il bambino vuole finire in fretta per togliersi da quella situazione di stress. Occorre quindi creare intorno al bambino un clima rassicurante in cui scrivere con calma; in cui l’esercizio della scrittura sia divertente come un gioco. In quanto alla valutazione, con i bambini disgrafici bisogna portare l’attenzione sul contenuto e non valutare la grafia. Consiglio di non abbassare MAI il voto perché il bambino non ha una bella grafia, ma di ALZARLO sempre se il contenuto è originale !!!!

I nostri percorsi di rieducazione alla scrittura presso lo Studio Pedagogico

Noi offriamo percorsi di rieducazione alla scrittura in un ambiente sereno e rassicurante in cui motivare il bambino a riappropriarsi della sua capacità di scrivere. L’intervento rieducativo alla scrittura è personalizzato: avviene dopo il colloquio con i genitori e/o l’insegnante; un esame della motricità generale, della scrittura e del disegno. La rieducazione della scrittura mira non solo al superamento della disgrafia, ma anche ad aiutare i bambini a ritrovare il piacere di scrivere, a rinforzare le capacità di apprendimento (favorendo la leggibilità e la velocità di scrittura), e a prevenire eventuali problemi scolastici legati a turbe della scrittura. Attraverso tecniche specifiche la rieducazione favorisce lo sviluppo neurologico nella specializzazione degli emisferi e quindi anche lo sviluppo di altre capacità, ad esempio quella verbale, promuove l’ordine mentale e migliora l’attenzione, la precisione e l’autocontrollo emotivo in caso di stress.